Ho cominciato a giocare a pallavolo in prima media, insieme a un gruppetto di amici, per curiosità. Mi sono poi appassionato sempre di più e ho continuato a giocare fino a 22 anni, in serie D. Ma già a 17-18 anni ho cominciato ad allenare, prima a livello provinciale, fino a entrare in Fipav nel 1995-96. Ho allenato soprattutto squadre femminili, di tutte le categorie, dal minivolley fino, come secondo allenatore, alla Serie B2.

Nel 2012, durante le Paralimpiadi di Londra, ho incontrato il sitting volley, che mi ha colpito e coinvolto da subito. Nel 2013 ho seguito il primo corso organizzato dalla Federazione e da allora non mi sono più fermato. Ho contribuito a fondare a Missaglia, la città dove vivo, una delle prime società italiane di sitting volley, raggiungendo ottimi risultati anche a livello agonistico. Nel 2017 mi è stato proposto di fare il team manager della Nazionale maschile di sitting volley e, dal 2022, sono secondo allenatore della squadra.

Una bella avventura, che mi arricchisce tantissimo a livello umano.

Perché la pallavolo?

“Perché oltre a presentare un forte spirito di squadra, è uno sport intrigante: pur cercando di prevedere ogni situazione, in ogni partita accade qualcosa di imponderabile, un guizzo di fantasia, ognuno ha la possibilità di esprimere il proprio estro.”