Sono un ex giocatore di pallavolo di livello medio-basso, ho cominciato verso i 17-18 anni, nel ruolo di palleggiatore, ho fatto le varie divisioni e una Serie D, da non titolare.
Come atleta ho avuto una carriera migliore nel calcio: sono stato nella Nazionale Dilettanti, ho fatto i Campionati europei…
Però la pallavolo mi è sempre piaciuta, ho voluto provarla e ho capito che mi interessava di più allenare in questo sport che nel calcio. 

Ad allenare ho iniziato per caso: avevo una ventina d’anni, frequentavo l’Isef (l’attuale Scienze Motorie) e il prete del mio oratorio mi chiese di allenare una gruppetto di bambine di quarta e quinta elementare, che ho portato fino alla quinta superiore. Da lì ho cominciato a seguire i corsi della FIPAV e a fare l’allenatore come professione in un’altra società, e in due anni sono arrivato fino alla Serie D femminile, dove sono rimasto per un anno. Poi sono tornato nella stessa società, questa volta allenando i maschi, e ottenendo la promozione dalla Serie D alla Serie C. La stagione successiva sono andato in Liguria: lì ho fatto la Serie B, e con le giovanili ho vinto due campionati nazionali. Mi sono poi trasferito in Finlandia a fare il secondo allenatore in Serie A e nelle Coppe europee (Champions League ecc.). Come primo allenatore ero il direttore tecnico delle giovanili, e seguivo la Serie B, una squadra giovane, di Under 20. Quando sono tornato in Italia, ho fatto ancora un po’ di Serie C e Serie B, in giro per la Lombardia..

Ho scelto Ad Astra perché volevo una società abbastanza vicino a casa, che mi permettesse di conciliare impegni lavorativi e familiari (abito a Milano e ho due bimbi piccoli) e ho saputo che lì stavano cercando un allenatore. Alleno l’Under 14 e la Prima Divisione Femminile. Sono anche di supporto a Horacio Del Federico per la Serie D maschile, in caso di necessità.

Perché la pallavolo?

“Mi piace perché è uno sport estremamente tecnico, in cui, se non si lavora in palestra, non si arriva da nessuna parte: le doti fisiche non bastano. Nella pallavolo, se non si usa la tecnica, ogni tocco è un punto per gli altri.”