Ho iniziato a giocare a pallavolo a 12 anni, dopo aver praticato tennis per un paio d’anni. 
Da lì in poi non ho praticamente più smesso: ho giocato in tutte le categorie giovanili fino all’Under 18 a Chioggia, dove vivevo. Per me la stagione sportiva non finiva mai, perché, appena concluso il campionato Fipav, fino a settembre io giocavo in spiaggia (2 contro 2, 3 contro 3 ecc.)!

Ho interrotto due anni mentre frequentavo l’università, ho ripreso poi con amici, sempre a Chioggia, in una squadra di Terza Divisione, che ha fatto tre promozioni, passando in Seconda e Prima, mancando il passaggio in Serie D per poco, essendo arrivati secondi nel campionato di Prima Divisione.
Mi sono poi trasferito all’estero, in Inghilterra, e ho giocato nella squadra universitaria di Warwich. Al rientro in Italia, dopo la laurea in Economia, sono andato a vivere a Milano e ho cominciato a giocare prima nella Mista Vittorio Veneto e poi in una Mista vicino a Cernusco, dove abito. 

Accantonato il gioco vero e proprio, anche per raggiunti limiti di età, ho cominciato ad allenare: ho allenato due anni all’ASD Pallavolo Cernusco (Consorzio Vero Volley) e da quest’anno sono in Ad Astra, dove sono vice allenatore in Serie D maschile, primo allenatore dell’Under 17 maschile e di una Seconda Divisione con gli atleti più promettenti dell’U19 e dell’U17.
Ho il patentino da allenatore di primo grado e quest’anno conseguirò il secondo.
Sono anche responsabile della segreteria di Ad Astra.

Perché la pallavolo?

“Ho sempre amato la pallavolo perché è uno sport di squadra, crea fortissima condivisione, collaborazione e amicizia. Non si vince da soli, e lo sto scoprendo sempre di più come allenatore. Anche se c’è un atleta molto forte, potrebbe non essere sufficiente per battere una buona squadra: si vince tutti insieme! ”